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18 agosto: dal ghiacciaio al vulcano Askja

Grotta, pozza sulfurea, caldera, cascata

18 Ago

Dalla tenda entra la luce del sole. Mi sveglio. Anche Fabio è sveglio e gli chiedo che ore sono. Non lo sa, ma da fuori sento parlare qualcuno, Gianmarco, Roberta e qualcun altro. E' di sicuro ora di alzarsi, saranno le 7 passate.
Così mi vesto, mi infilo le scarpe, apro la tenda ed esco. Fuori Gianmarco e Roberta sono già alzati. Gli chiedo che ore sono. Gianmarco guarda l'orologio: "20 alle 6" mi fa. "Sono le 5 e 40???" gli domando, incredulo. E Roberta dice che si sono svegliati così presto perché hanno sentito me che ero sveglio...
Infilo la testa nella tenda e dico a Fabio che ore sono. Senza dire niente mi chiude la tenda in faccia e si rimette a dormire.

Io ne approfitto per fare le cose con comodo. Vado in bagno, mi lavo, mi rado.

Alle 8,30 si parte.

Prima tappa la grotta nel ghiaccio. Scendiamo dalle auto e ci avviciniamo al fiume che esce dal ghiacciaio.
Ma per vedere l'entrata della grotta è meglio passare sulla riva opposta. Così raggiungiamo il ponticello in legno che al nostro passaggio dondola un po' troppo sull'acqua ghiacciata, come un piccolo ponte tibetano. L'entrata è ampia, Fabio e Fabio il Pakistano entrano per qualche metro. Dal dirupo alla nostra destra cade franando qualche sasso.

Si riparte ed entriamo così nel deserto. Lo spettacolo è insolito ed unico. Camminavamo sulla pista nera nel deserto, alla nostra destra una tempesta di sabbia in arrivo, l'avvistamento di miraggi nell'aria calda all'orizzonte e, sullo sfondo, il ghiacciaio... Sembrava una vista incredibile ed impossibile, eppure noi c'eravamo in mezzo.
Sulla pista Maurizio chiede a me e Fabio di scendere e fotografare e riprendere con la sua telecamera i fuoristrada che arrivano. Così ci piazziamo in posizione strategica ed aspettiamo le auto. Il sole scalda, è un'altra bellissima giornata in Islanda, anche se Maurizio ci dice in continuazione di non illuderci, che il tempo cambierà presto.

Abbandoniamo il deserto e raggiungiamo la zona vulcanica Askja. Là pranziamo e poi prendiamo un lungo sentiero che ci porta alla pozza di acqua sulfurea. Qualcuno scende a fare il bagno. Io e Fabio, invece, raggiungiamo la seconda e molto più grande caldera, un immenso lago di acqua cristallina. Da lì proseguiamo verso un'altra bella caldera, lungo un sentiero segnato, e poi torniamo indietro.

Nel pomeriggio inoltrato si arriva al rifugio. Prepariamo la tenda, è difficile piantare i paletti su quel suolo durissimo. Liberiamo il punto dai sassi e piantiamo la tenda.
E' quasi ora di cena, ma, venuti a sapere di una cascata all'interno del canyon vicino al campeggio, io e Fabio decidiamo di andarla a vedere. Il sentiero segue il corso d'acqua, dapprima salendo, poi scendendo giù fino alla base del salto, di circa una ventina di metri.
Scattiamo qualche foto e ce ne andiamo a cena.

E anche il secondo giorno in Islanda è terminato.

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